domenica 18 settembre 2016

Lo chiamavano Jeeg Robot non è un film di super eroi

Immagino che attratto dal titolo come una falena dalla luce, abbia aperto l'articolo con il coltello tra i denti, giusto per vedere quanto può essere idiota chi ha scritto una cosa del genere.
Prima però di commentare stizzito, ribadendo la tua ripugnanza verso una tesi tanto blislacca, concedimi il beneficio del dubbio e leggi l'articolo fino in fondo.



Definizione del genere supereroistico

La prima cosa da fare è creare un terreno comune, quindi bisogna stabilire quali sono i paletti che definiscono il genere.
Si perché a prima vista non è chiaro quali caratteristiche facciano rientrare nel genere supereroistico un'opera oppure no.
La riposta più ovvia dovrebbe essere : " i costumi!"
Se un personaggio indossa un costume allora è ovvio che siamo di fronte a genere supereroistico.
Purtroppo non è la risposta giusta; esistono parecchi super eroi che non indossano nessun costume e fanno comunque parte del "genere" Uno su tutti Tommy Monaghan il protagonista di Hitman.
Mentre Zagor eroe nostrano ne indossa uno, ma è chiaro a chiunque che il suo genere non è quello dei Super eroi.
Il fatto che nascondano la loro identità dietro una maschera?
Nemmeno quello, i fantastici quattro non indossano maschere e la loro identità e i loro domicilio è conosciuto a tutti e pure sfiderei chiunque a dire che non sono supereroi.
Allora sono i poteri? No, ma ci siamo andati vicino, Batman non ha poteri ma è una delle figure più iconiche del genere supereroistico.
Però i poteri contano, anzi il "potere".
Si perché ciò che definisce il genere è questo: il potere e come lo si usa.
Gli americani, data la loro etica calvinista, sono profondamente convinti che se un uomo diventa ricco è per merito di Dio che lo ha elevato al disopra della massa, e che quindi ha il diritto/dovere di esercitare il suo potere per incidere sulla collettività.
Date queste premesse risulta abbastanza facile comprendere la chiave di lettura del genere.
Dio o chi per lui (il fato) sceglie un uomo, gli dona il potere di fare la differenza, come poi lo userà è la base della narrazione di qualsiasi fumetto/ film/ libro sui supereroi.
A questo punto qualcuno avrà il ditino alzato pronto a dire : "Batman, Batman non ha poteri!"
Sbagliato Batman ha un enorme potere, ha il potere dei soldi, soldi di cui badate bene è meritevole, in quanto li amministra con perizia.
Quindi nessuno più di lui ha diritto di guidare le masse secondo la visione calvinista americana.
Se volete approfondire questo aspetto di Batman vi consiglio quel capolavoro di Frank Miller che è il ritorno del cavaliere oscuro, se non lo avete letto lo trovate qui.



Di che parla "Lo chiamavano Jeeg Robot"?

Premessa in questa parte dell'articolo farò qualche spoiler, quindi se non lo avete ancora visto correte a vederlo: è un film bellissimo ed è da pochi giorni uscita la sua versione in Blu Ray che trovate qui.

Visto che adesso abbiamo stabilito cosa rientra nel genere supereroistico e cosa no, andiamo ad analizzare di cosa parla questo film.
Enzo Ceccotti il protagonista riceve, come da narrazione classica del genere i suoi superpoteri grazie al fato, poi però dopo questo ammiccamento al mondo dei supereroi, il film prende una direzione totalmente diversa.
Si perché quel diavolo di Nicola Guaglianone smette di interessarsi ai poteri del protagonista e a ciò che ne fa.
I poteri diventano un MCguffin che serve per innescare la trama.
Ma di cosa parla allora questo film?
Parla di solitudine. E' una analisi profonda e  spietata della società che ci stiamo cucendo addosso.
Una società dove siamo tutti individui, dove se cadi nessuno ti raccoglie, dove i legami con le altre persone sono utilitaristici e legati solo alle necessità del momento.
E' di questo che parla questo splendido film, di ciò che ci aspetta e di ciò che ci stiamo perdendo.
Il genere supereroistico viene citato come metanarrazione dall'unico personaggio, Alessia, che in quanto folle ha la possibilità  di ammiccare la pubblico quasi sfondando la quarta parete.
E' lei che chiede a Enzo di fare quella scelta di campo tipica dei supereroi, che ovviamente lui personaggio reale si guarda bene dal fare.
Questo rapporto forzato tra i due però insegnerà al protagonista il valore della comunità, gli dimostrerà che anche se è vero che ogni uomo è un'isola, queste isole hanno bisogno di "ponti", e più sono solidi, meglio è.
Come vedete questo film ci ha meravigliosamente ingannati.
Con la scusa di farci vedere un film sui supereroi ci ha donato invece un'opera complessa e non il solo intrattenimento che ci aspettavamo.
E già solo per questo il film meriterebbe di essere visto e rivisto, più volte come si confà ai classici.
Poi però nel finale lo sceneggiatore piazza il colpo di classe: con la morte di Alessia, Enzo finisce per accettare il suo ruolo: smette di essere un uomo vero in un mondo reale e sposa la folle causa della sua amata,  trasformandosi in un supereroe a tutti gli effetti.
Ecco che i suoi poteri, per la prima volta diventano il tema del racconto, e il film diviene  ( nella sua ultima parte) un film sui supereroi.
Io personalmente spero che non ci sia un seguito, perché a meno di grandi colpi di genio da parte degli sceneggiatori, rischierebbe di essere, allora si, un banale film di supereroi. 









sabato 10 settembre 2016

Le cinque migliori opere di Robin Wood

Per chi vi scrive Robin Wood è uno dei più grandi scrittori di fumetti viventi.
Nel mio Personale olimpo, divide il posto solo con altri due autori : Alan Moore e Naoki Urasawa.
Tutti è tre si dividono equamente la mia ammirazione e il mio amore, ma Robin Wood rimane per me speciale.
Giusto per citare una frase di uno dei miei film preferiti, Il principe delle maree : " non è che la amo di più, la amo solo da più tempo".
Così è per me. Scopri Robin Wood negli anni ottanta, quando la crisi della Editoriale Corno fece sparire dalle edicole i fumetti dei super eroi.
Inizialmente fu un grande colpo, ero rimasto orfano della maggior parte delle mie letture fumettistiche e per un attimo accarezzai l'idea di smettere completamente con questa passione.

Ma le passioni fortunatamente non le si governa e così iniziai a guardarmi intorno e a cercare qualcosa di "nuovo".
Il primo approdo facile fu Lanciostory, usciva ogni settimana, costava relativamente poco e garantiva un ottimo numero di "ore lettura".
Con il senno di poi La chiusura della Corno per me fu una vera e propria benedizione.
Su Lanciostory scoprii un modo completamente nuovo di scrivere e disegnare fumetti.
Scoprii che era possibile raccontare storie anche se non erano presenti super eroi, scoprii la "scuola argentina" e i suoi immensi autori :Oesterheld, Breccia, Altuna, Zanotto e Robin Wood, l'immenso Robin, che in un mare di autori geniali spiccava come un diamante.

Inizialmente pensavo non fosse nemmeno un autore , tanta è la molte di opere da lui scritte, pensavo fosse più un collettivo, e mi sbagliavo: Robin Wood esiste e sa scrivere i fumetti dannatamente bene.
Arrivati a questo punto se avete iniziato a leggere ignorando chi fosse L'autore, dovreste essere abbastanza curiosi da voler sapere quali sono le opere che a mio modesto parere sono quelle che ne rappresentano l'eccellenza.

Gilgamesh




Creata Da Wood e disegnata da Olivera, è a mio avviso la serie più "densa" scritta dall'autore di Origini paraguayane.
Gilgamesh prende come fonte di ispirazione il poema sumero L'Epopea di Gilgameš, e partendo da questo spunto, narra puntata dopo puntata la storia dell'umanità vista con gli occhi di un immortale.
la scrittura di questo fumetto è altissima, i riferimenti culturali complessi e puntuali, ma quello che sorprende, e che è poi la specialità di questo autore, è la precisione con cui racconta gli eventi storici realmente accaduti, una precisione a mio avviso accademica.
L'opera si divide in due parti; la prima in cui Gilgamesh, ripercorre apunto tutta la storia dell'umanita, fino ad arrivare ad un futuro prossimo venturo, dove la stupidità dell'uomo unita alla potenza atomica finiscono per rendere il nostro eroe l'unico abitante sulla terra.
A questo punto Gilgamesh riesce a far partire un razzo e lascia il pianeta terra, la serie ha quindi una svolta netta, e diviene una space opera a tutti gli effetti, dove il protagonista verrà in contatto con diverse civiltà aliene, il tutto mantenendo quel sapore raffinato che me la fa accostare a 2001 odissea nello spazio di Kubrik.

Nippur


Nippur è il fumetto che rende famoso Wood in argentina.
Possiamo definirla la sua prima opera adulta.
La serie è ambientata in Mesopotamia nel terzo milleno AC.
Su Nippur Robin Wood sin da subito mette in campo le caratteristiche che poi diverranno la sua firma:
La scrittura aulica e letteraria delle didascalie,  la sua enorme passione per la storia e la sua conoscenza approfondita di quest'ultima, terza caratteristica il fatto che anche se le puntate sono concepite come episodi autoconclusivi, la saga è tutta in continuity, nel corso degli anni infatti, vedremo il protagonista invecchiare, perdere un occhio, avere un figlio ecc ecc, evolvendo anche umanamente e modificando anche la sua scala "valoriale".
Il punto di forza della serie però sono i personaggi, Wood è un maestro a tratteggiare con poche battute i comprimari che di volta in volta condividono le loro vite con il protagonista, dando a tutti caratteristiche uniche che ve li faranno amare.
Vi assicuro che nessuno dopo aver letto qualche numero potrà rimanere indifferente a personaggi come Hiras o come Hattusil il gobbo.

Dago


E' in assoluto la sua serie più famosa. Se conoscete Wood , probabilmente e perchè avete letto Dago.
Dago è una serie ambientata nel modo del XVI Secolo Dago è la storia del nobile veneziano Cesare Renzi, che tradito dal suo migliore amico a causa di una cospirazione che vede tutta la sua famiglia sterminata, si ritrova dopo essere stato gettato in mare con una daga piantata nelle schiena ad essere ripescato da una nave di pirati turchi.
Reso schiavo da questi ultimi, Cesare Renzi inizierà la sua personale battaglia per la sopravvivenza che lo porterà a scalare tutte le classi sociali della società ottomana.
Il motore che spinge Dago è la vendetta, vuole vendicarsi di tutti quelli che hanno organizzato l'uccisione della sua famiglia.
Nonostante le premesse Dago non perde mai la sua umanità, che unita alla sua etica ne fà uno dei personaggi più affascinanti che vi capiterà mai di leggere in un fumetto.
Nota curiosa, Dago dopo Dylan Dog e Tex è il fumetto con più pagine mensili stampato in italia.


Savarese



Savarese è una serie che racconta la storia del piccolo Giovanni Savarese, costretto ad emigrare in america dalla Sicilia , dopo che la sua famiglia è stata uccisa in una disputa per il controllo di alcuni terreni agricoli.
Siamo nei primi anni del novecento e Wood è capace di raccontarci l'epopea dell'immigrazione italiana di quel periodo con una tale precisione e una tale conoscenza della nostra cultura, da risultare credibilissima.
Come tutte le opere di Wood anche Savarese ha una sua continuity, che ci porterà a vederlo prima tredicenne immigrato alla prese con al sopravvivenza nella grande mela, fino a diventare un agente del' FBI impegnato nella lotta a quella mafia da cui era fuggito nel suo paese natio.  



Helena


Helena è la serie che preferisco tra tutte quelle che ha scritto Wood.
Helena è la storia di una ragazza ricca e privilegiata di Buenos Aires, che scopre alla morte del padre di essere diventata povera.
Helena inizierà quindi un percorso personale e professionale che la porterà a diventare una donna molto intelligente e una giornalista impegnata.
A dispetto delle serie citate sopra Helena è ambientata nel presente, fu scritta negli anni settanta ed a mio avviso è la più smaccatamente  politica delle opere di Wood.
Infatti Wood grazie ad Helena ci mostra la società argentina e le sue contraddizioni, in un paese stretto nella morsa della dittatura.
Helena è anche una grande telenovela, Wood infatti riesce a imitare lo stile narrativo tipico delle serie TV sudamericane, rendendo Helena un ibrido sospeso tra l'impegno sociale e la leggerezza di un fumetto romantico per ragazze.
Un mix straordinariamente efficace.
Nota curiosa, negli anni novanta mediaset da questo fumetto provò a trarre una serie TV che però non ebbe grande fortuna. 


Anche per oggi è tutto alla prossima











sabato 3 settembre 2016

2700 un fantasy tutto italiano, Perle Nascoste, fumetti che vanno recuperati

Nel mille novecentoottantasei Dylan Dog fa capire ai vecchi parruconi dell'editoria italiana ( Boneli compreso) che si può fare un fumetto di successo rompendo le consuetudini e le formule che ci si portava dietro dalla fine degli anni cinquanta.
Questo evento ha dato il via ad una stagione durata all'incirca una decina di anni che ha visto nascere una numero considerevole di "progetti" dalle tematiche più disparate fatti con il tentativo di beccare la nuova gallina dalle uova d'oro.
Tutti fallirono in questo senso, alcuni ebbero vite editoriali dignitose, come Lazarus Leed, o Balboa, ma la maggior parte non durò che una manciata di numeri.



Ad essere mortalmente sinceri la maggior parte di questi fumetti raggiungevano a stento la decenza: spesso erano progetti raffazzonati e buttati in mezzo alla mischia con la speranza di fare il colpaccio.
Però come soleva dire mio nonno anche un orologio rotto durante il giorno segna due volte l'ora giusta.
Infatti tra una marea di storie scialbe e personaggi piatti ogni tanto faceva capolino qualche chicca degna di nota; una di queste a mio avviso era 2700.
2700 era un gioiellino: per prima cosa era un fantasy, ma un fantasy già per l'epoca molto moderno dove robottoni e cavalieri medievali convivevano in un modo post apocalittico in cui la società era regredita in un nuovo medioevo.
Quello che mi colpì all'epoca furono due cose: Prima la scrittura.
Manfredi Toraldo autore dei testi ed inventore della serie sapeva scrivere.
Aveva una padronanza del mezzo che può avere un veterano.
Sapeva reggere le novantasei pagine senza mai allungare il brodo con una naturalezza di chi fa questo mestiere da anni, solo che lui di anni all'epoca ne aveva diciassette.
Quando lo scopri l'ammirazione per il suo lavoro crebbe a dismisura.
La seconda cosa che rese 2700 una di quelle serie che ancora hanno spazio nella mia libreria era l'ambientazione.

In un ambiente ( quello fumettistico dei primi anni novanta) dove nemmeno su Dylan Dog ci si era presi la briga di farsi una mappa della casa del protagonista, con il risultato che la topografia di quest'ultima cambiasse da numero a numero, 2700 aveva un ambientazione solida e coerente fino al più piccolo dei particolari che rendeva la lettura straordinariamente immersiva.
Purtroppo nonostante tutte queste meravigliose premesse anche 2700 non superò i due anni di vita e a differenza di altri fumetti nati nello stesso periodo e divenuti cult come : ESP o Hammer , 2700 non ha mai goduto di una riedizione in volume come avrebbe a mio avviso meritato.






se avete voglia di approfondire l'argomento trovate tutte le informazioni qui

Se per caso , in una fiera o in qualche fumetteria vi capita di trovarne qualche numero fatevi un favore compratelo.

domenica 28 agosto 2016

Alan Moore, cinque opere " minori" che vale la pena di leggere

Premessa: se state leggendo questo articolo e non sapete chi è Alan Moore, non avete letto Watchmen o V for vendetta allora siete capitati nel blog sbagliato.
Questa lista salterà a piè pari le "opere più blasonate" del Bardo di Northampton e si concentrerà su titoli, si famosi, ma meno esplorati dalla maggior parte del pubblico.
Condensare in cinque opere tutta la produzione di quello che a mio avviso è uno dei più grandi scrittori di fumetti dei tutti tempi è ovviamente una forzatura, quindi se pensate che nella lista manchino opere di Moore che debbono essere necessariamente incluse non esitate a scriverlo nei commenti.
La prima opera del bardo che mio avviso va recuperata assolutamente è Swamp thing.

Swamp Thing è il suo debutto alla DC comics come autore.
Ed è un debutto con il botto. Alan Moore infatti prende in mano una serie che arrancava stancamente da anni e la trasforma in una palestra di sperimentazione quale non si era mai vista nei fumetti americani prima di allora.
Qui Moore mostra uno dei suoi talenti più grandi: La capacità di "aggiustare" delle storyline traballanti, senza negare ciò che è stato scritto prima, ma anzi rendendolo parte del nuovo corso, in maniera così geniale da farlo sembrare plausibile.
E così fa in Swamp Thing, dove dopo un paio di numeri di assestamento, piazza il colpo del campione scrivendo "lezioni di anatomia" probabilmente la miglior sceneggiatura a fumetti mai scritta.
Dove in poco più di ventidue pagine ribalta completamente le premesse della serie e la trasforma così a fondo che ancora oggi la sua estetica è fortemente ispirata alla sua run.

In Swamp Thing Moore non pago di scrivere storie meravigliose si permette anche di creare l'ossatura di quella che poi diventerà il mondo esoterico della DC, ossatura che nonostante gli anni e qualche autore non certo ispirato ancora mantiene intatto il suo fascino.
Infatti nella serie inserisce sin da subito alcuni personaggi del DC universe (la vertigo era ancora al di là da venire) con una predilezione per quelli legati al mondo della magia, dandone una interpretazione molto più oscura e inquietante.
Uno su tutti Etrigan e la sua controparte umana Jason Blood.
Non contento di tutto ciò si permette anche di creare anche uno dei maghi più affascinanti che sia mai apparso su un albo a fumetti: John Constantine il mago proletario con la sigaretta perennemente accesa. Se non vi ho convinto dopo questa ultima cosa allora siete proprio senza speranza :)
Unica nota stonata i disegni: Intendiamoci non sono bruttissimi e alla fine contribuiscono a creare quella atmosfera inquietante che permea tutta la serie, ma che agli occhi di un lettore moderno, abituato a standard qualitativi diversi potrebbero risultare un po' difficili. Se li volete recuperare la RW Lion lo ha ristampato in sei volumi cartonati che potete recuperare facilmente qui.

La seconda opera di Moore da recuperare è Miracleman.


Miracleman è un'opera precedente rispetto a Swamp Thing.
Di quando ancora Moore lavorava esclusivamente per il mercato inglese ma che è comunque strettamente legata alla scena fumettistica americana.
Infatti Miracleman non è che una scopiazzatura di Capitan Marvel, meglio conosciuto come Shazam.
Miracleman creato negli anni cinquanta da Mick Anglo per la Len Miller & Son dopo che questo ultimi avevano perso i diritti di pubblicazione di capitan Marvel, ha delle premesse perfino più bislacche di quelle di Swamp Thing.
Nonostante tutto Moore una volta alla guida della serie, ancora una volta senza disconoscerne l'intera produzione precedente , riesce a capovolgere completamente le premesse iniziali fissate da Anglo, trasformando quella che era a tutti gli effetti un'opera inconsapevolmente camp, in un fumetto estremamente raffinato e profondo. Se volete cercare le origini del super eroe decostruito, è su queste pagine che lo troverete.
La storia editoriale di questo fumetto però è a dir poco travagliata già a partire dal nome, che inizialmente era Marvelman.
Ovviamente con un nome del genere il fumetto incappò nelle furie della Marvel che a suon di azioni legali fece modificare il nome in Miracleman, poi ci fu la questione dei diritti che Moore aveva lasciato a Neil Gaiman e che quest'ultimo poi per ragioni estremamente complesse si era visto sfilare da Tod Mac Farlane. Dopo una lunghissima causa legale che ha visto Neil Gaiman vincitore sul fondatore della Image, finalmente la Marvel (si proprio lei) ha potuto ristampare l'intera opera a trentaquattro anni dalla sua prima uscita. Ovviamente la Panini ne ha fatto una versione in lingua italiana, prima uscita in albetti spillati, poi successivamente raccolta in volumi.
I volumi usciti sono : Il sogno di un volo, La sindrome del re rosso e per ultimo Olimpo.
La serie dopo la gestione di Moore venne continuata da un giovane esordiente sempre inglese, Tale Neil Gaiman, che si dice fece un lavoro degno del suo predecessore, quindi una volta tanto non limitatevi alla run di Moore, ma arrivate fino in fondo e non ve ne pentirete.


Terza opera meritoria di menzione è Capitan Bretagna


Affidato a Zio Alan nei primi anni ottanta, per quell'esperimento che prese in nome di Marvel UK.
In pratica in quel periodo la Marvel decise di provare a produrre fumetti di supereroi con autori inglesi esclusivamente per il mercato anglosassone.
Quello che ne venne fuori fu un sacco di roba originale e la scoperta che nel vecchio continente di gente che i fumetti li sapeva fare ce ne stava eccome.
Ad Alan Moore toccò Capitan Bretagna personaggio creato da Claremont nel settantanove che stava vivendo una vita editoriale non proprio brillante.
Anche in questo caso Zio Alan, prende in mano il timone, aggiusta le trame più traballanti.e poi innesta la velocità a curvatura.
Quello che ne viene fuori è un fumetto allucinato e visionario, dove tutte le declinazioni della fantascienza inglese si mischiano alla perfezione.
Ai disegni poi c'è Alan Davis con cui aveva gia collaborato per Miracleman che qui ha raggiunto una maturità artistica ed una eleganza senza pari.
Questa opera segnò definitivamente la rottura dei rapporti tra "la casa delle idee" e Moore, rottura che non si è mai più sanata e che ha costretto la Marvel ha non poter scrivere nei credits di Miracleman il nome dello stesso Moore.
Se lo volete recuperare è qui che dovete andare.


Quarta opera di Moore che mi sento di segnalare è Top Ten.

Top Ten nasce dalla linea a fumetti chiamata America's Best Comics, nata da un accordo tra Jim Lee e Moore, dove il primo si impegnava nel pubblicare le opere del secondo lasciando a quest'ultimo il pieno controllo dei contenuti.
Top Ten è un'opera da miniatore, dove ogni vignetta, e sottolineo OGNI, contiene una storia principale e una storia che si svolge sullo sfondo.
Difficilmente si troverà un tale grado di complessità realizzativa in altri fumetti per quanto considerati superiori.
Le citazioni di cui è infarcito tutto il fumetto sono talmente tante che è quasi impossibile coglierle tutte e se ci si prova si rischia seriamente la sindrome di Stendhal.
A questo punto uno potrebbe pensare che storia e personaggi, dopo tutto questo lavoro fatto sulla singola vignetta siano appena abbozzati e privi di spessore, niente di più sbagliato.
L'idea di una forza di polizia formata da supereroi, in una città dove tutti sono supereroi viene trattata con la consueta intelligenza e profondità con cui ci ha abituati il Bardo.
se volete godervelo basta andare qui


Ultima opera sempre tratta dalla linea America's Best Comics e Promethea.

Promethea apparentemente sembra una versione Mooriana di Wonder Woman.
E la prima parte della serie sembra andare in quella direzione con un approccio narrativo classico ma estremamente innovativo, poi arrivati ad un certo punto Moore, fa una svolta repentina e ci lascia tutti a piedi.
Improvvisamente quella che sembrava una delle storie più lineari degli ultimi anni parte per la tangente e ci troviamo con la protagonista a ricevere una lezione esoterica da Moore per bocca delle Promethea passate.
Non contento di questo, Moore sperimenta il linguaggio fumetto come mai fatto prima, fino ad arrivare a pubblicare una storia "circolare" e non vi dico altro ché per spiegarla ci vorrebbe una articolo dedicato.
Promethea non è una lettura facile e Moore non fa nulla per rendercela agevole, però è una lettura che io vi consiglio di affrontare.
La magic press l'ha pubblicata in quattro volumi il primo lo trovate qui.

Buona caccia e buona lettura.


sabato 20 agosto 2016

L'insanicida ( Foolkiller) Perle Nascoste, fumetti che vanno recuperati.

Per lavoro spesso mi trovo a consigliare fumetti a persone che non ne hanno mai letti o che cercano qualcosa di nuovo rispetto a quello che leggono di solito. Inevitabilmente, se devo consigliare qualcosa, finisco sempre per citare i soliti titoli che hanno fatto la storia del fumetto: per cui si va di Watchmen, V for vendetta, Il ritorno del cavaliere oscuro e tutto il resto dei titoli che un lettore medio forte dovrebbe aver letto nella sua carriera.
Esistono  però delle perle nascoste che per sfortuna o per poca capacità dell'editore che le ha pubblicate in Italia, non hanno ma avuto la fama che giustamente meritavano.
In questo primo articolo parliamo di un fumetto americano, ma mi riprometto di scrivere un articolo per ogni scuola fumettistica, visto che esistono perle nascoste in ognuna di loro.
Parlando di fumetti americani il primo titolo che mi viene è "L'insanicida" o "Foolkiller"
L'insanicida è una miniserie pubblicata in Italia all'interno della testata il Punitore edita dalla Star comics e precisamente nei numeri : 23-24-29-30-31-32-35-36-37-38-39 che potete trovare in vendita qui



Di che cosa parla la miniserie? Sostanzialmente il taglio è molto simile a quello di Born Again, o meglio conosciuto come Devil Rinascita dove una persona, in questo caso Kurt Gerhardt rampante operatore di borsa si troverà a perdere improvvisamente tutto: lavoro, casa, affetti diventato un cittadino destinato a vivere ai margini della società, ultimo tra gli ultimi.
È una discesa all'inferno raccontata con fredda efficacia, dove senza troppa retorica l'autore,  Steve Gerber, ci racconta cosa succede nella società americana quando smetti di competere e sei costretto a fermarti.
Kurt dopo aver toccato il fondo, arrivando a lavorare in un fast food, subisce l'ennesimo colpo alla sua esistenza diventando vittima di una rapina.
Questo fatto però invece di spezzarlo definitivamente innesca in lui un motto di ribellione che lo porterà a recuperare le armi del precedente Foolkiller e a diventarne lui stesso la terza incarnazione.
La risalita di Kurt e la costruzione sia fisica che psicologica del suo Foolkiller ricorda molto da vicino film come il Giustiziere della notte, o il più italico il giocattolo dove strato su strato, fallimento su fallimento, Kurt forgia la sua mente e il suo fisico, fino a trasformarsi da vittima a predatore.
Ma alla fine chi sono le prede dell'insanicida?


Ed è qui a mio modesto parere che il fumetto smette di essere un ottimo fumetto e diventa un capolavoro ingiustamente sconosciuto.
Si perché Gerber, attraverso il protagonista fa una profonda riflessione su chi siano i "pazzi" che l'insanicida deve eliminare.
Se all'inizio la risposta risulta abbastanza semplice: la micro-climinalità, con il passare del tempo i contorni si fanno via via più sfumati.
Si perchè agli occhi di Kurt anche i sui ex colleghi di borsa, privi di etica e totalmente indifferenti alla società degli ultimi, iniziano ad apparire come "pazzi" e quindi eliminabili, tutto questo noi lettori lo osserviamo attraverso gli occhi del protagonista e pericolosamente ci appare molto plausibile.
Chi di noi noi infatti davanti a quel tizio che non rispetta una fila, passa con il rosso o semplicemente non raccoglie le deiezioni del proprio cane ci si è trovati a pensare, che infondo in fondo il tizio in questione avrebbe avuto bisogno di una lezione?
Qual è quindi il limite? Fino a che punto Kurt può decidere chi è pazzo e chi non lo è?
Per conoscere la risposta (che non è assolutamente scontata) dovete leggere la miniserie e scoprire quando è profonda la tana del bianconiglio.

Buona Caccia.


venerdì 12 agosto 2016

Grant Morrison le 5 Opere che devi assolutamente leggere

 Se leggi fumetti americani e non hai mai letto un fumetto scritto da Grant Morrison, bhe allora ti sei perso una parte fondamentale di ciò che di buono è stato prodotto negli ultimi trenta anni.
Grant Morrison è uno di quei geni, nati nella vecchia inghilterra, che approdati all'inizio degli anni ottanta negli Stati Uniti, hanno rivoluzionato il modo di pensare e scrivere fumetti.
Molti paragonandolo ad Alan Moore, lo considerano un suo epigono, io personalmente dissento da questa analisi.
Morrison è altra cosa rispetto a Moore.
Zio Alan è uno scrittore che è rimasto fedele alla sua visione etica del fumetto, che non ha mai fatto concessioni ai propri lettori, un uomo duro e puro, che non scende a compromessi nemmeno con se stesso.
Morrison al contrario è un camaleonte, è sfuggevole eppure non si sottrae al suo pubblico anzi lo abbraccia. Morrison è capace di saltare con facilità da un genere fumettistico all'altro, cambiando stile di scrittura e modo di sceneggiare.
Dove Moore costringe il lettore a seguirlo per sentieri mai tracciati prima, Morrison invece va verso il lettore per poi spiazzarlo.
Sono due visioni profondamente diverse del modo di concepire i fumetti, ma a mio avviso tutte e due geniali.
Ora però veniamo al dunque di questo articolo, se uno deve leggere Grant Morrison, quali sono le opere che vanno la pena di essere recuperate?
Premetto che questa lista è una mia classifica personale e che Morrison in trenta anni di carriera ha scritto molta roba, quindi se non trovate la vostra opera preferita tra le cinque elencate non ve ne abbiate a male.
La lista sarà stilata per ordine cronologico, così da poter apprezzare anche lo sviluppo artistico di Morrison nel corso della sua carriera.

Animal man


E' il suo esordio alla DC comics.
praticamente prende un personaggio secondario e oramai dimenticato della DC e lo trasforma nella figura più tragica ed interessante di tutto l'universo supereroistico degli anni ottanta.
In questo fumetto Grant Morrison inizia sviluppare alcuni temi che poi diventeranno una sua costante, primo fra tutti la rottura della quarta parete e la consapevolezza da parte dei personaggi di un fumetto della loro natura di "personaggi".
Benchè non sia disegnato nel migliore dei modi Animal Man è un gioiello da leggere assolutamente.
Nonostante i suoi trenta anni mantiene una freschezza narrativa impareggiabile, soprattutto se teniamo conto che alcune delle invenzioni narrative introdotte nel fumetto sono  poi divenute patrimonio comune.
Storia capolavoro della serie è sicuramente il "vangelo del coyote" , storia dove Morrison ci dà una visione alternativa dei cartoni Warner.
Recuperarlo resta un pò difficile in italiano, se li trovate vi suggerisco gli ottimi volumi della Magic press
se invece non avete problemi con la lingua inglese allora acquistate l'omnibus che potete trovare su Amazon cliccando qui


Doom Patrol 


Anche in questo caso a Morrison viene affidata la gestione di un gruppo di personaggi che avevano bisogno di un forte rilancio.
La Doom Patrol era pensata come la versione DC degli X-Men Marvelliani, nelle mani di Morrison ovviamente diventano tutt'altra  cosa.
L'autore inglese spinge sull'aspetto freak del gruppo portandolo al limite, ne viene fuori una serie folle e lisergica che anche in questo caso anticiperà di anni luce temi e stili che poi diventeranno appannaggio di moti altri autori.
Quello che ho amato di più in questo fumetto però sono i personaggi, sghembi ed eccentrici eppure così umani  da spiazzarci.
Storia capolavoro sicuramente "Il dipinto che divorò Parigi" dove citazioni alle poesie di Collerige e alla pittura negromantica, impazzano nella più folle e visionaria delle storie mai scritte.
Il destino editoriale di questa serie in italia non è mai stato roseo; comparso nelle pagine di American Heroes della Play Press viene interrotto, per la chiusura della testata antologica.
Successivamente la magic press tenta la pubblicazione in volumi che però si ferma al secondo, non andando oltre le storie già apparse su American Heroes.
Fortunatamente in questo caso la RWLion ha pensato bene di ristampare l'intera run di Morrison in volumi compatti della collana DC essential trovate qui il primo volume, qui il secondo, qui il terzo e infine qui il quarto volume, se poi non avete problemi con l'inglese l' omnibus rimane sempre la scelta migliore.

Arkham Asylum


Dopo che Miller e Moore danno la loro versione dell'uomo pipistrello, la DC comics pensa bene di chiedere anche a Grant Morrison di scrivere una graphic novel dedicata al cavaliere oscuro.
Qui Morrison si trova a collaborare con Dave McKean, eccentrico disegnatore/ pittore dallo stile decisamente personale.
Il connubio tra i due porta ad un' opera dove testo e disegno si fondono perfettamente, dove perfino il lettering diviene parte integrante della narrazione.
Se le opere precedenti lo avevano resto famoso, questa lo consacra come uno dei più acclamati autori in lingua inglese.
Questo volume è stato ristampato parecchie volte e quindi è facile procurarselo quella che si trova più facilmente è la versione planeta e la potete trovare qui



The Invisibles


Questa è l'opera di Morrison che preferisco in assoluto, scoprii la sua esistenza sulle pagine di una delle più belle fanzine che siamo mai state stampate in italia;  Made in Usa.
Ricordo ancora l'incipit dell' articolo: " se per leggere  Invisibles dobbiamo sentirci stupidi, beh allora non è un prezzo così alto da pagare". dovetti aspettare diversi anni prima che venisse stampata in italia dalla Magic press.
Raccontarvi la trama è praticamente impossibile, quello che si può dire è che la serie parte dal presupposto che tutte quelle teorie che vengono bollate come "complottiste" siano in realtà vere.
I protagonisti sono una cellula terroristica che combatte questo "potere occulto".
L'opera è talmente infarcita di rimandi culturali e simbolismi che per essere apprezzata apieno necessita di una guida alla lettura  che vi farà amare ogni aspetto di questo capolavoro.
per anni dopo l'edizione Magic press , trovare Invisibles in fumetteria  non fu semplice, in questi ultimi anni fortunatamente è stata ristampata per intero sia dalla planeta che dalla RW, i volumi italici sono : Rivoluzione Invisibile, Apocaliptica, Entropy in the U.K., Inferno in America, Il suono della fissione, Scienza nera ed infine Tempesta satanica.


Flex Mentallo


Io considero Flex Mentallo la summa di tutta l'estetica Morrisoniana.
In questo fumetto convergono tutti gli argomenti, stili ossessioni dell'autore inglese.
E' il metafumetto per eccellenza, dove il nostro mondo si interseca con il modo bidimensionale della carta stampata, in maniera così naturale da farti venire il dubbio che i personaggi di cui leggi le gesta esistano per davvero.
E' la degna conclusione del percorso fatto con Animal Man.
Potrei parlarvi per ore di questo volume , ma in rete c'è uno youtuber ( Carlo Procaccini) che lo ha fatto con una tale precisione chirurgica, che vi invito a guardare il suo video, li ci trovate tutto quello dovete sapere su Flex.
Anche questa opera ha avuto diverse edizioni italiane e quell attualmente più facile da reperire è questa

spero di avervi interessato e buona lettura.






sabato 6 agosto 2016

Come comperare fumetti on line il consiglio di chi sta dall'altra parte dello specchio

Con questo fanno dieci anni che vendo fumetti on line e di acqua ne è passata sotto i ponti.
Nonostante tutto, il mercato italiano e con esso gli acquirenti è ancora molto giovane e non del tutto a proprio agio con il mezzo.
Quindi senza ( spero) presunzione vi do una serie di consigli per acquistare senza troppo patemi d'animo i vostri amati fumetti  on line.

Di chi mi devo fidare?

Uno dei fattori che a mio avviso è determinate per essere sicuri che dall'altra  parte ci sia un venditore affidabile è la partita iva.
Questo non per difendere la categoria, ma perché la partita iva vi dà una serie di tutele (previste dalla legge), tipo: la possibilità di rispedire la merce indietro se non è di vostro gradimento o se avete cambiato idea, tutela  che il venditore occasionale non è tenuto a dare.
Il secondo fattore importate da tenere d'occhio è il numero di articoli che ha in vendita il commerciante.
Perché? Per un motivo semplice ma a cui quasi nessuno pensa: caricare migliaia di articoli comporta una mole di lavoro immensa.
A lavorare veloci su e-bay o sul proprio sito si riescono al massimo  a caricare diecimila articoli in un anno.
Capite quindi che NESSUN truffatore lavora un anno intero per spillarvi qualche decina di euro.

Che tipo di spedizioni debbo scegliere?

Se il vostro acquisto non supera i dieci euro, potete anche scegliere la più economica che trovate, che di solito costa dai due ai tre euro.
Quello che vi consiglio io è di scegliere sempre la spedizione tacciabile che di solito per un paio di chilogrammi non supera  cinque euro.
Scegliendo la spedizione tacciabile si ha l'indubbio vantaggio di sapere in qualsiasi momento dove si trova il proprio pacco, evitandovi così inutili stress.
PS
Quando acquistate su Amazon da un venditore affiliato, tenete conto che la piattaforma applica 2,90 di spese di spedizione, con questa cifra NON è possibile per i comuni mortali effettuare spedizioni tracciate.

Ricordatevi sempre che dall'altra parte c'è una persona

Spesso acquistando on line,  ci dimentichiamo che chi sta dall'altra parte dello schermo è una persona in carne e ossa.
Tenendo conto di questo, ricordatevi che, è si giusto e sacrosanto  mandare e-mail per chiedere informazioni, ma se lo fate nei fine settimana, o nei festivi, non arrabbiatevi se la risposta non è immediata
Stessa cosa se telefonate. Se lo fate un venerdì sera dopo le nove, non è detto che chi vi risponde ( sempre che vi risponda) possa in tempo reale darvi informazioni sullo stato del vostro ordine o se è disponibile un fumetto in magazzino.

Usate il vostro potere saggiamente 

E-bay e Amazon hanno fondato la loro fortuna sul prendersi cura degli degli acquirenti.
Per questo motivo hanno dato una serie di strumenti a chi acquista on line per poter premiare o punire  i venditori con cui hanno fatto affari.
Questi strumenti impattano in maniera importante sul lavoro di chi vende.
Tenuto conto di questo, usateli con coscienza.
Questo non significa che non dovete rilasciare un giudizio negativo ad un venditore che fa male il suo mestiere.
E' vostro sacrosanto diritto farlo e  soprattutto aiuta a far emergere i venditori più professionali.
Detto questo prima di assegnare una valutazione ricordatevi che non tutti i problemi che possono capitare al vostro ordine sono colpa del venditore, primo fra tutti un ritardo nella consegna dovuto al vettore.
E sopratutto visto che il vostro obbiettivo è ricevere la merce che avete pagato, cercate di comunicare;  scrivete, telefonate al venditore, che di solito ha tutto l' interesse a farvi ricevere la merce e sopratutto cercate di ricordarvi che dall'altra parte c'è un essere umano, quindi evitate minacce o toni sopra le righe che non aiutano a raggiungere  il vostro obbiettivo.
Se poi il venditore si rivela pessimo allora mettete pure il vostro voto negativo, ma non abbiate fretta fatelo a mente fredda, avete mesi per farlo.

Sono pochi consigli, ma che se messi in pratica aiutano noi venditori a fare meglio il nostro lavoro e di conseguenza a voi ad avere una esperienza nell'acquisto on line migliore.