sabato 21 ottobre 2017

Ritorna Fenice, ha ancora senso la morte nei fumetti Marvel?

Ennesima questione scabrosa.
Nei fumetti Marvel l'ultimo morto "vero" è stato Capitan Marvel.
Poi niente più; ha ancora senso far morire dei personaggi, se poi la morte è una cosa passeggera e assolutamente senza conseguenze?
Noi abbiamo detto la nostra a voi dire la vostra

mercoledì 11 ottobre 2017

La marvel fa comunella con la Northrop Grumman Elite Nexus

Durante il NY Comicon di quest'anno la Marvel ha annunciato una collaborazione con la Northrop Grumman Elite Nexus.
Nulla di strano se non fosse che la Northrop è la quinta azienda la mondo produttrice di armi.
La cosa ha scatenato una polemica così grande da costringere la Marvel a ritirare la partnership.
Cosa pensiamo noi riguardo a questa cosa?

Bhe, godetevi il video e lo scoprirete


venerdì 6 ottobre 2017

Una nuova avventura

Un po per pigrizia un po per impegni più pressanti non ho più aggiornato questo blog.
Ma non sono stato con le mani in mano.
Da tempo meditavo di fare qualcosa su youtube e questo è quello che ne è venuto fuori.
fatemi sapere come vi sembra










giovedì 16 marzo 2017

La Vertigo e le comparsate che non ti aspetti

C'è stata negli anni ottanta una Vertigo prima che la Vertigo nascesse ufficialmente.
Perchè uno normalmente  associa a questo marchio fumetti come Sandman, Swamp Thing, Animal Man o Hellblazer, ma questi fumetti ci sono entrati successivamente a serie ampiamente in corso.
Questo fatto ha comportato una serie di conseguenze curiose: la prima è che volenti o nolenti tutte queste testate inizialmente rispondevano alla continuity DC che anche se meno rigida di quella Marvel, aveva comunque i suoi vincoli.
La seconda era il fatto che tutte queste serie erano scritte da autori inglesi, che più o meno nello stesso periodo avevano esordito nel mercato americano e che quindi davanti ad una birra si scambiavano idee in libertà.
Questi due fattori hanno fatto si che alcuni personaggi compaiano ed interagiscano tra loro, anche se tecnicamente non fanno parte dello stesso universo.
Ecco quindi l'idea di fare una piccola panoramica, di alcuni di questi corssover non ufficiali.
Il primo che mi viene in mente e che idealmente lega molte di queste testate pre vertigo é

Mattew è il corvo


Mattew prima di diventare amico e consigliere di Sandman era in realtà Matt Cable personaggio comparso inizialmente su Swamp Thing ( moolto prima della gestione Moore) nei panni di un agente governativo messo a protezione dei conuiugi Hollan, e poi sappiamo come è andata.
Matt ricompare sulla Doom Patrol nel 1977 ( molto prima che Morrison ci mettesse le mani)
A questo punto Moore lo ripesca dal limbo e lo rimette in Swamp Thing , in una delle saghe più disturbanti del mostro della palude, dove trova la morte non prima di essersi pentito.
A questo punto passa di mano e se lo prende Gaiman che lo trasforma nel meraviglioso personaggio che conosciamo tutti.




Hattie la matta


Hattie compare inizialmente nel numero 33 di Swamp Thing del solito Zio Alan.
Ma è con Gaiman su Sandman Prima e su Death dopo che si consacra come uno dei personaggi più divertenti della saga di sogno.
Ovviamente una comparsata sulle pagine di Hellblazer, per salutare John Constantine non poteva mancare.










john Constantine


Anche lui creato dal genio capelluto che risponde al nome di Alan Moore, compare inizialmente su Swamp Thing con le sembianze di Sting ( si il cantante).
Il personaggio è talmente ben fatto che finisce per guadagnarsi una sua testata personale , dove ospiterà in una bellissima storia anche Sandman.
Giusto per non farsi mancare nulla su Hellblazer compaiono anche Swamp Thing ( era pure ovvio) e lo straniero fantasma, personaggio " magico" appartenete alla continuity ufficiale DC.








Samuel Morris " Padre di Famiglia"


Questo simpatico personaggio che ha come passione ammazzare la gente, Compare sulle pagine di Hellblazer, dimostrando a Contastine che quelli pericolosi non sono i demoni ma gli uomini.
Il tizio in questione non appare  in nessun altro fumetto, ma viene citato in "casa di bambola", secondo ciclo di storie di Sandman, quando Rose Walker si trova a soggiornare in un albergo dove si tiene una convention di Serial killer











John Dee " Dottor Destino"

Si  anche la DC ha il suo dottor destino, un supecriminale che ha inventato un cristallo per manipolare i sogni.
E dove poteva quindi apparire se non in Sandman?
Nelle mani di Gaiman da sciapito criminale di serie b, si trasforma in un sociopatico assassino inquietante eppure umanissimo.
una curiosità mentre John  ammazza un Fast food di gente, assistiamo ad un litigio telefonico tra una donna e la sua fidanzata, quella dall'altra parte della cornetta è Foxglove protagonista di "L'alto costo della vita" primo volume dedicato a Death sorellina di Morfeo.
Ovviamente la continuity supereroistica si è ripresa il personaggio riportandolo alla sua condizione di super criminale noioso e grigio.
Nello stesso ciclo narrativo fanno la comparsa anche due super eroi DC  Martian Manhunter e Element Girl.


Jason Blood "Etrigan il demone".



Personaggio creato da quel genio di Jack Kirby, il demone rimatore appare su Swamp Thing per Mano del solito Moore, poi però anche Gaiman lo utilizza in Sandman.













Nergal

Altro giro altro demone.
Nergal compare su Hellblazer grazie  alla sapida penna di Delano, quando poi si stufa di tormentare Constantine si sposta su Swamp Thing, questa volta non più scritto da Moore ma dal più modesto Doug Wheeler.











Brute Glob

Personaggi anch'essi creati dal Re Kibry  sul Sandman degli anni settanta, vengono ripescati da Gaiman creando così un legame tra il suo Sandman e quello Kyrbiano.











Lyta Trevor "Fury"


Questa super eroina è stata creata da Roy Tomas sulle pagine di Wonder Woman, negli anni ottanta pre crisi.
Viene poi  reclutata qualche anno dopo da Gaiman per ricoprire un ruolo fondamentale nel penultimo ciclo di storie "Le Eumenidi",di quel meraviglioso affresco che è Sandman.












Caino e Abele

Che ci crediate o no questi figuri esistono da molto prima che Gaiman li inserisse in Sandman.
Erano infatti i personaggi che introducevano i racconti brevi per le testate Huse of Mystery "Caino"
ed House of Secret " Abele" , in pratica erano la versione DC di Zio Tibia
E tutto questo già negli anni cinquanta.










La brigata in Trench


Apparsa su Book of Magic è un gruppo di occultisti che nella miniserie  hanno il compito di guidare Timoty attraverso il mondo della magia ed è così composta:

John Constantine di cui abbiamo già parlato.

Lo straniero Fantasma, storico personaggio del mondo mistico della DC.

Mister E, occultista psicotico apparso negli anni ottanta in alcuni racconti dell'antologico Secret of Haunted House, rivista a tinte forti della DC.

Dr Occult, primo mago in assoluto della DC comics.
Creato nientepopodimeno che da Sieghel e Shuster i papà di Superman ben tre anni prima che l'azzurrone facesse il suo esordio nelle edicole americane.
Ovviamente nella miniserie compaiono altri personaggi DC e Vertigo, anche perchè Book of magic è stata pensata da Karen Berger come ideale ponte tra le due realtà che si stavano nettamente separando.

Credo di aver messo quelli più interessanti, ma sicuramente me ne è sfuggito qualcuno, quindi se me li segnalate ve ne sono grato.

















domenica 22 gennaio 2017

Anche i geni hanno bisogno di mangiare. I Wildcats di Alan Moore

Uno pensa (a ragione) che se hai scritto Watchmen e V for vendetta, poi sei a posto.
Puoi campare di rendita per il resto della tua vita.
Non è così. Zio Alan subito dopo aver lasciato la DC in polemica per la gestione dei diritti delle sue opere, si trovò con le pezze al culo.
Da una parte il suo carattere spigoloso e poco incline alla mediazione, dall'altra una gestione poco felice della sua casa editrice la "Mad love" che si schiantò cercando di produrre un'opera mastodontica come big number, resero le finanze di Alan Moore decisamente fragili.

Zio Alan inoltre aveva iniziato a lavorare ad un'altre opera: From Hell, che richiedeva molto tempo e molto studio per essere realizzata, quindi poco adatta a fornire in tempi brevi i soldi di cui lo scrittore inglese necessitava per campare.
Fortunatamente sulla sua strada si presentò Jim Lee, talentuoso disegnatore che qualche anno prima insieme ad altri quattro artisti aveva fondato la Image.
Jim inizialmente aveva bastato tutta la  produzione sulla potenza grafica delle sue matite, mettendo la trama e i dialoghi in secondo piano.
La cosa inizialmente aveva pure funzionato, ma nel giro di un paio d'anni, si era dolorosamente reso evidente il fatto che puoi essere un gran disegnatore, ma se non racconti una storia non fai fumetti, fai "altro".


Ovviamente una cosa del genere si stava ripercuotendo nelle vendite, perché chi acquista fumetti, vuole leggere fumetti e non "altro".
I due arrivano ad un accordo, che prevedeva la gestione da parte di Alan Moore di diversi progetti, uno dei quali era la testata ammiraglia della Wilstorm, etichetta Image di proprietà di Jim Lee.
I Wildcats erano perlopiù nella fase iniziale con i testi della stesso Lee, una copia più o meno riuscita degli X-men, testata in cui Jimbo si era fatto le ossa.
L'incipit della serie era piuttosto semplice: nell'universo si combatte una millenaria guerra tra due razze aliene: i cherubini e i demoniti.
Il gruppo dei buoni è ovviamente dalla parte di cherubini, e combatte i cattivi demoniti che hanno la capacità di infilarsi nei corpi degli umani.
Ovviamente ogni personaggio è una fusione di diversi cliché già ampiamente utilizzati nel mondo del fumetto supereroistico americano.
Si va da Zelota, che ricorda fortemente Elektra di Frank Miller e tutte le Bad girl che ne sono derivate
Fino ad arrivare a Warblade, che, udite udite, ha come peculiarità degli artigli.
In questo scenario narrativamente desolante, si inserisce Zio Alan, che, vi ricordo, nel frattempo era quasi totalmente assorbito da From Hell e sin da subito mette la quarta.
Prima cosa, manda nello spazio il gruppo originale, che era irrecuperabile perfino per lui e si crea i suoi Wildcats, una accozzaglia di perdenti e sociopatici decisamente più profondi e interessanti del gruppo originale.

Ma non si limita a questo che già sarebbe abbastanza per qualsiasi altro scrittore.
Zio Alan ci racconta che una volta tornati al pianeta madre il gruppo principale scopre che la guerra tra le due razze ( i demoniti e i cherubini) è finita da un pezzo, e che la terra essendo uno scenario periferico del conflitto non era stata avvertita della cosa.
In pratica erano come i giapponesi dimenticati sulle isole del pacifico  dopo la seconda guerra mondiale.
La seconda cosa che scoprono è che i cherubini, che la guerra l'hanno vinta, sono delle carogne peggiori perfino dei loro nemici demoniti.
Una volta creato il terreno Zio Alan ci scarrozza per dodici numeri frizzanti e pieni di colpi di scena, che ovviamente non vi rivelerò io.
Se la cosa non vi attizza ancora, sappiate che alle matite c'è un giovane Travis Charest.
Ovviamente non è uno dei migliori lavori fatti da Alan Moore, è soltanto un prodotto confezionato con scopi più alimentari che artistici, ma nonostante tutto rimane una spanna sopra alla media dei fumetti seriali anche attuali.
Se li volete recuperare si trovano a poco prezzo in due pratici volumi : Ritorno a casa e Seconda pelle.
Buona lettura e alla prossima.


domenica 11 dicembre 2016

Sleepers il Noir con i superpoteri

Altro giro altra perla nascosta.
Oggi si parla di Sleepers, miniserie scritta da Ed Brubaker e uscita in America per la Wildstorm nel marzo del duemilaquattro.
Brubaker, è probabilmente uno dei migliori scrittori americani quando si tratta di affrontare il genere noir, o in generale storie più urbane.
Probabilmente oltre al talento la cosa è dovuta al suo passato non proprio specchiato, culminato con l'aver passato diversi anni nel programma protezione testimoni.
Quindi seguendo il vecchio adagio che bisogna sempre scrivere di cose che si conoscono, va da sé che il buon Ed conosce l'argomento in maniera molto approfondita.
Anche il Sleepers è così, in tutto il fumetto si respira un'aria di realtà a tratti quasi fastidiosa perché il mondo vero è molto più sporco e con i confini meno definiti di quello che ci piace credere e Ed Brubaker non fa nulla per addolcirci la pillola.
Di cosa parla la miniserie?


Il protagonista è Holden Carver, poliziotto con super poteri che viene infiltrato come agente sotto copertura  in uno dei gruppi criminali più pericolosi del mondo.
Perché sono così pericolosi? Prima di tutto perché i vertici dell'organizzazione è formata da gente dotata anch'essa di super poteri, poi secondariamente, perché è guidata da Tao, un supercriminale che ha una intelligenza "super" come suo tratto caratteristico.
Se non conoscete Tao, andate subito a recuperare il ciclo di storie dei Wildcats scritto da Alan Moore, dove introduce questo meraviglioso personaggio. Come sempre lo Zio non ne sbaglia una.
Comunque tornando a noi, siccome Tao è uno che lo si infinocchia con molta difficoltà, perché la sua "copertura" possa reggere Holden deve dare un taglio molto netto e credibile alla sua vecchia vita.
Tanto netto, che l'unico a conoscere la verità sulla missione è il suo superiore John Lynch.
Quindi già di suo la missione appare da subito molto difficile, se poi ci si aggiunge il fatto che tempo una decina di pagine Lynch, viene ritrovato nel suo ufficio con una pallottola in testa, vi renderete facilmente conto che la situazione di Holden è tutto fuorché comoda.
Il protagonista che non è uno sprovveduto è costretto così a mantenere a tempo indeterminato la sua copertura in attesa che il suo capo, che non è morto ma è in coma, si svegli e lo faccia reintegrare fra le fila dei buoni.


Il tema portante di tutta la miniserie è proprio la perdita dell'identità.
Brubaker si pone una semplice domanda, cosa è che ci definisce?
Siamo persone per bene perché scegliamo di essere persone per bene, o lo siamo perché il contesto dove viviamo, ci ha spinto ad esserlo?
Probabilmente una domanda che il buon Ed si sarà posto parecchie volte, visto che è stato in tutte e due le parti della barricata.
Holden infatti progressivamente inizia ad empatizzare sempre di più con i suoi "compagni" e volente o nolente è costretto a costruire con loro dei legami.
Questi legami più passa il tempo e più diventano forti, fino al punto che Holden finisce per perdersi diventando indistinguibile dai criminali  che è stato mandato ad arrestare.
La storia è un rasoio, come tutte le storie di Brubaker.
L'atmosfera è claustrofobica, si percepisce perfettamente la tensione di vivere sotto copertura, con il terrore di essere scoperto in qualsiasi momento.


E' una storia che non avrebbe bisogno di super poteri, ma visto che per ragioni alimentari Brubaker ha dovuto ambientare il tutto nell'universo supereroistico di Jim Lee, fa di necessità virtù.
Ed non si limita ad usare i personaggi della Wildstorm come cornice alla storia, al contrario, fa una attenta selezione di alcuni di quelli più promettenti, Tao in primis e li incardina perfettamente nella trama, dando al tutto un tocco esotico, senza mai però tradire il tono noir e realistico della miniserie
Il tutto è stato pubblicato in Italia dalla Magic Press in quattro volumetti : Solo tra le ieneMosse false, La storta via e La lunga strada verso casa.
Con questo è tutto e buona lettura.

sabato 26 novembre 2016

Warren Ellis: le cinque storie da leggere assolutamente.

Warren Ellis ( qualcuno non sarà d'accordo) ha rivoluzionato l'archetipo del supereroe.
In pratica ha fatto quello che prima di lui avevano osato fare solo Stan Lee e Jack Kirby nel '60 e Moore e Miller nel 1980.
Warren quindi è un genio, non un ottimo autore, è proprio un genio.
Il problema di Warren è che regge poco la mole di lavoro.
Se Alan Moore è capace di tenere in piedi quattro o cinque testate contemporaneamente senza subire il minimo calo, per Warren questo è impossibile.
Dategli un paio di serie da seguire e la sua qualità media precipiterà vertiginosamente.
Quindi è un autore molto discontinuo, se poi pensate che odia scrivere storie di supereroi allora potete capire che i suoi capolavori, sono mischiati ad altrettanti lavori non proprio esemplari.
Probabilmente è questo che non lo ha mai portato ad essere considerato tra i geni che hanno rivoluzionato il mondo del fumetto americano, nonostante abbia riscritto il genere supereroistico e abbia rilanciato la Vertigo in declino,  dopo i fasti degli anni ottanta.
Però bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare, quindi ecco le cinque opere che dovete assolutamente leggere di questo autore.

Runis ( rovine)


Ellis si era già fatto notare alla Marvel come autore su "Doom 2099", dimostrando una classe cristallina, ma è con Ruins (Rovine) che esplode letteralmente.
Di cosa parla questa miniserie?
Warren Ellis prende quel capolavoro che è Marvels di Busiek e Ross e ne fa una sua versione malata.
Già da allora dà sfogo a tutta la sua idiosincrasia per il genere supereoistico.
L'idea di base è di dimostrare come le fondamenta di un universo popolato da persone con superpoteri, se rese reali siano fragilissime quando non inconsistenti.
Warren si accanisce non tanto su l'aspetto poco scientifico dei poteri, cosa assai semplice e banale, ma sulla parte psicologica della questione.
Per Ellis quello che  non regge nell'impianto di un universo supereroistico è proprio l 'approccio psicologico.
Nel Mondo di Ellis la natura umana è quella che è: mediocre e miserevole.
Non esiste dal suo punto di vista nessuno che, posto difronte al dono di un potere ultraterreno, possa reggere mentalmente, nemmeno Silver Surfer.
Se crei un mondo di gente dotata di superpoteri, quello che otterrai sono solo rovine.
A mio avviso è l'ultima opera del periodo decostruzionista iniziato dieci anni prima da Moore, è la pietra tombale.
Unica pecca è la qualità grafica che nell'ultima parte cala vistosamente.
Se volete recuperarlo non è facilissimo ma su e-bay lo trovate qui.

Transmetropolitan



Se Ruins è stata al prima opera capace di mettere in luce le qualità di Ellis, Transmetropolitan ne è la definitiva consacrazione.
Senza mezzi termini questa opera uscita in sessanta numeri è un caposaldo del fumetto americano.
Dopo i cupi e piagnucolosi anni ottanta, dove ogni personaggio  passava più tempo a guardarsi l' ombelico che a incidere sulla realtà che lo circondava, Warren mette in campo un personaggio dal segno opposto.
Spider Jerusalem è una perfetta cesura tra quello che era stato il protagonista di un fumetto autoriale nel decennio precedente e quello che dovrà essere in seguito.
Spider non si ama, ma non per questo si piange addosso.
Quando il mondo lo delude, piuttosto che ragionare sulla pochezza dell'uomo, lui gli piscia addosso.
Transmetropolitan è un fumetto scomodo, punk, disegnato in maniera fastidiosa e per nulla confortevole.
E' una scarpa meravigliosa ma che ogni volta che la metti ti fa male.
Nemmeno Miller con il suo Martha Washington va a la guerra era riuscito a creare un futuro così distopico.
La cosa curiosa è che letto venti anni dopo ( il primo numero è del millenovecentonovantasette) ancora regge, segno che il futuro pensato da Ellis non è affatto ipotetico.
Per recuperare tutta la serie vi consiglio la versione della Play-press che si trova a prezzi abbordabili completa qui.

Authority



Qui si fa la storia, come anticipato all'inizio dell'articolo, con questa opera Ellis riscrive completamente l'archetipo del supereroe, basta con la destrutturazione, basta con il supereroe che si vergogna di esserlo.
Ellis cambia tutto: la sua Authority non si domanda "perché" si è supereroi, ma "cosa" si può fare visto che lo si è.
La prospettiva è totalmente ribaltata, i suoi personaggi non si fanno pippe mentali, se c'è da sporcarsi le tutine attillate lo si fa senza troppi patemi.
I suoi supereroi dettano l'agenda del mondo, non la subiscono.
Sono personaggi borderline? Ci sta. Vivono vite a mille all'ora e spesso muoiono male, quindi se tra una crisi e l'altra si drogano o fanno sesso di gruppo per smaltire lo stress non c'è nulla di male.
Tutti i fumetti e film dei supereroi attuali, sia come approccio tematico al genere sia come narrazione sono figli di Authority.
Trovate tutta la serie in due volumi bellissimi qui.

Planetary


La mia opera preferita di Warren Ellis.
E' un'opera di una complessità enorme, con una serie infinita di gradi di lettura.
Sinceramente il mio consiglio è: prima ve la leggete così come viene e vi beate dei meravigliosi disegni di Cassaday; poi vi cercate una guida alla lettura, e vi godete tutto quello che vi siete persi.
Scoprirete così  che la tana del bianconiglio è molto più profonda di quello che sembra.
Per essere brevi, ci sono tre temi su cui si sviluppa il fumetto. Il primo è un omaggio a tutta la cultura pop di questo secolo, per cui ogni numero a partire dalla grafica della copertina che cambia ogni volta, è una richiamo ad un personaggio o ad un genere dell'immaginario popolare.
Si va da Marilyn, a Godzilla, passando per Hulk.
Il secondo tema portante, che è poi la trama orizzontale di tutta la serie, è il mistero che c'è dietro al protagonista: Elijah Snow.
Il terzo filone, il più importante parla del già citato odio di Ellis per gli uomini in calzamaglia.
In un'intervista di qualche anno fa ebbe a dire che lavorare nel mercato americano era frustrante perché ogni genere doveva essere necessariamente ricondotto al genere supereroistico: in pratica era come se in America uno scrittore di libri a prescindere dal genere letterario fosse costretto a inserire in ogni suo libro un'infermiera come protagonista.
Ecco per Warren Ellis questa stortura è diventata via via sempre più difficile da accettare.
La considera un freno enorme alla creatività e alle potenzialità che il fumetto americano può esprimere.
Planetary è il suo grido di dolore, i misteriosi quattro che sono i cattivi che incombono sul protagonista sin dall'inizio, sono una citazione fin troppo esplicita dei fantastici quattro che, a detta di Warren, con il loro avvento hanno si riportato in auge il genere supereroistico che da anni boccheggiava, ma lo hanno fatto talmente bene da finire con il cannibalizzare ogni altro genere.
Leggetelo tenendo in mente questa cosa, ed improvvisamente tutta l'opera vi si mostrerà con una nuova luce.
Un'opera a cui Warren Ellis ha riservato una cura particolare, tanto da stopparla nei periodi in cui aveva troppo lavoro, conscio di non poterla scrivere al meglio delle proprie potenzialità.


Nextwave


Ellis anche per motivi alimentari ogni tanto deve ritornare a scrivere di supertute.
Spesso lo fa di malavoglia, ogni tanto quando le major gli danno carta bianca, tira fuori il colpo da maestro.
E questo è il caso di Nextwave, serie dissacrante, dove Ellis si diverte a giocare con una serie di personaggi minori della casa delle idee.
Viene fuori che Ellis è un comico di razza, ricorda da vicino la Justice League di J.M. DeMatteis e vi assicuro che non è un difetto.
Ovviamente in America la serie è stata un flop costringendo la Marvel a chiudere anticipatamente il progetto, la cosa si nota sopratutto nel finale un pelo tirato via.
Da assumere ogni volta che avete bisogno di staccare con la roba pizzosa e di farvi una sana risata.
Li trovate in due agili volumi qui e qui