domenica 22 gennaio 2017

Anche i geni hanno bisogno di mangiare. I Wildcats di Alan Moore

Uno pensa (a ragione) che se hai scritto Watchmen e V for vendetta, poi sei a posto.
Puoi campare di rendita per il resto della tua vita.
Non è così. Zio Alan subito dopo aver lasciato la DC in polemica per la gestione dei diritti delle sue opere, si trovò con le pezze al culo.
Da una parte il suo carattere spigoloso e poco incline alla mediazione, dall'altra una gestione poco felice della sua casa editrice la "Mad love" che si schiantò cercando di produrre un'opera mastodontica come big number, resero le finanze di Alan Moore decisamente fragili.

Zio Alan inoltre aveva iniziato a lavorare ad un'altre opera: From Hell, che richiedeva molto tempo e molto studio per essere realizzata, quindi poco adatta a fornire in tempi brevi i soldi di cui lo scrittore inglese necessitava per campare.
Fortunatamente sulla sua strada si presentò Jim Lee, talentuoso disegnatore che qualche anno prima insieme ad altri quattro artisti aveva fondato la Image.
Jim inizialmente aveva bastato tutta la  produzione sulla potenza grafica delle sue matite, mettendo la trama e i dialoghi in secondo piano.
La cosa inizialmente aveva pure funzionato, ma nel giro di un paio d'anni, si era dolorosamente reso evidente il fatto che puoi essere un gran disegnatore, ma se non racconti una storia non fai fumetti, fai "altro".


Ovviamente una cosa del genere si stava ripercuotendo nelle vendite, perché chi acquista fumetti, vuole leggere fumetti e non "altro".
I due arrivano ad un accordo, che prevedeva la gestione da parte di Alan Moore di diversi progetti, uno dei quali era la testata ammiraglia della Wilstorm, etichetta Image di proprietà di Jim Lee.
I Wildcats erano perlopiù nella fase iniziale con i testi della stesso Lee, una copia più o meno riuscita degli X-men, testata in cui Jimbo si era fatto le ossa.
L'incipit della serie era piuttosto semplice: nell'universo si combatte una millenaria guerra tra due razze aliene: i cherubini e i demoniti.
Il gruppo dei buoni è ovviamente dalla parte di cherubini, e combatte i cattivi demoniti che hanno la capacità di infilarsi nei corpi degli umani.
Ovviamente ogni personaggio è una fusione di diversi cliché già ampiamente utilizzati nel mondo del fumetto supereroistico americano.
Si va da Zelota, che ricorda fortemente Elektra di Frank Miller e tutte le Bad girl che ne sono derivate
Fino ad arrivare a Warblade, che, udite udite, ha come peculiarità degli artigli.
In questo scenario narrativamente desolante, si inserisce Zio Alan, che, vi ricordo, nel frattempo era quasi totalmente assorbito da From Hell e sin da subito mette la quarta.
Prima cosa, manda nello spazio il gruppo originale, che era irrecuperabile perfino per lui e si crea i suoi Wildcats, una accozzaglia di perdenti e sociopatici decisamente più profondi e interessanti del gruppo originale.

Ma non si limita a questo che già sarebbe abbastanza per qualsiasi altro scrittore.
Zio Alan ci racconta che una volta tornati al pianeta madre il gruppo principale scopre che la guerra tra le due razze ( i demoniti e i cherubini) è finita da un pezzo, e che la terra essendo uno scenario periferico del conflitto non era stata avvertita della cosa.
In pratica erano come i giapponesi dimenticati sulle isole del pacifico  dopo la seconda guerra mondiale.
La seconda cosa che scoprono è che i cherubini, che la guerra l'hanno vinta, sono delle carogne peggiori perfino dei loro nemici demoniti.
Una volta creato il terreno Zio Alan ci scarrozza per dodici numeri frizzanti e pieni di colpi di scena, che ovviamente non vi rivelerò io.
Se la cosa non vi attizza ancora, sappiate che alle matite c'è un giovane Travis Charest.
Ovviamente non è uno dei migliori lavori fatti da Alan Moore, è soltanto un prodotto confezionato con scopi più alimentari che artistici, ma nonostante tutto rimane una spanna sopra alla media dei fumetti seriali anche attuali.
Se li volete recuperare si trovano a poco prezzo in due pratici volumi : Ritorno a casa e Seconda pelle.
Buona lettura e alla prossima.


5 commenti:

  1. non leggerò più questo blog. Perchè ogni volta mi fa scoprire (e comprare) opere interessanti che spesso ignoravo

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  2. E questo mi dispiace :)
    da domani scriverò articoli solo su robe brutte :)

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  3. ho solo un dubbio: il secondo volume della Magic Press non si chiama "guerra di bande"? Seconda pelle forse è del ciclo di Lodbell

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  4. controllo che mi hai fatto venire il dubbio anche a me

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