sabato 20 agosto 2016

L'insanicida ( Foolkiller) Perle Nascoste, fumetti che vanno recuperati.

Per lavoro spesso mi trovo a consigliare fumetti a persone che non ne hanno mai letti o che cercano qualcosa di nuovo rispetto a quello che leggono di solito. Inevitabilmente, se devo consigliare qualcosa, finisco sempre per citare i soliti titoli che hanno fatto la storia del fumetto: per cui si va di Watchmen, V for vendetta, Il ritorno del cavaliere oscuro e tutto il resto dei titoli che un lettore medio forte dovrebbe aver letto nella sua carriera.
Esistono  però delle perle nascoste che per sfortuna o per poca capacità dell'editore che le ha pubblicate in Italia, non hanno ma avuto la fama che giustamente meritavano.
In questo primo articolo parliamo di un fumetto americano, ma mi riprometto di scrivere un articolo per ogni scuola fumettistica, visto che esistono perle nascoste in ognuna di loro.
Parlando di fumetti americani il primo titolo che mi viene è "L'insanicida" o "Foolkiller"
L'insanicida è una miniserie pubblicata in Italia all'interno della testata il Punitore edita dalla Star comics e precisamente nei numeri : 23-24-29-30-31-32-35-36-37-38-39 che potete trovare in vendita qui



Di che cosa parla la miniserie? Sostanzialmente il taglio è molto simile a quello di Born Again, o meglio conosciuto come Devil Rinascita dove una persona, in questo caso Kurt Gerhardt rampante operatore di borsa si troverà a perdere improvvisamente tutto: lavoro, casa, affetti diventato un cittadino destinato a vivere ai margini della società, ultimo tra gli ultimi.
È una discesa all'inferno raccontata con fredda efficacia, dove senza troppa retorica l'autore,  Steve Gerber, ci racconta cosa succede nella società americana quando smetti di competere e sei costretto a fermarti.
Kurt dopo aver toccato il fondo, arrivando a lavorare in un fast food, subisce l'ennesimo colpo alla sua esistenza diventando vittima di una rapina.
Questo fatto però invece di spezzarlo definitivamente innesca in lui un motto di ribellione che lo porterà a recuperare le armi del precedente Foolkiller e a diventarne lui stesso la terza incarnazione.
La risalita di Kurt e la costruzione sia fisica che psicologica del suo Foolkiller ricorda molto da vicino film come il Giustiziere della notte, o il più italico il giocattolo dove strato su strato, fallimento su fallimento, Kurt forgia la sua mente e il suo fisico, fino a trasformarsi da vittima a predatore.
Ma alla fine chi sono le prede dell'insanicida?


Ed è qui a mio modesto parere che il fumetto smette di essere un ottimo fumetto e diventa un capolavoro ingiustamente sconosciuto.
Si perché Gerber, attraverso il protagonista fa una profonda riflessione su chi siano i "pazzi" che l'insanicida deve eliminare.
Se all'inizio la risposta risulta abbastanza semplice: la micro-climinalità, con il passare del tempo i contorni si fanno via via più sfumati.
Si perchè agli occhi di Kurt anche i sui ex colleghi di borsa, privi di etica e totalmente indifferenti alla società degli ultimi, iniziano ad apparire come "pazzi" e quindi eliminabili, tutto questo noi lettori lo osserviamo attraverso gli occhi del protagonista e pericolosamente ci appare molto plausibile.
Chi di noi noi infatti davanti a quel tizio che non rispetta una fila, passa con il rosso o semplicemente non raccoglie le deiezioni del proprio cane ci si è trovati a pensare, che infondo in fondo il tizio in questione avrebbe avuto bisogno di una lezione?
Qual è quindi il limite? Fino a che punto Kurt può decidere chi è pazzo e chi non lo è?
Per conoscere la risposta (che non è assolutamente scontata) dovete leggere la miniserie e scoprire quando è profonda la tana del bianconiglio.

Buona Caccia.


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