sabato 3 settembre 2016

2700 un fantasy tutto italiano, Perle Nascoste, fumetti che vanno recuperati

Nel mille novecentoottantasei Dylan Dog fa capire ai vecchi parruconi dell'editoria italiana ( Boneli compreso) che si può fare un fumetto di successo rompendo le consuetudini e le formule che ci si portava dietro dalla fine degli anni cinquanta.
Questo evento ha dato il via ad una stagione durata all'incirca una decina di anni che ha visto nascere una numero considerevole di "progetti" dalle tematiche più disparate fatti con il tentativo di beccare la nuova gallina dalle uova d'oro.
Tutti fallirono in questo senso, alcuni ebbero vite editoriali dignitose, come Lazarus Leed, o Balboa, ma la maggior parte non durò che una manciata di numeri.



Ad essere mortalmente sinceri la maggior parte di questi fumetti raggiungevano a stento la decenza: spesso erano progetti raffazzonati e buttati in mezzo alla mischia con la speranza di fare il colpaccio.
Però come soleva dire mio nonno anche un orologio rotto durante il giorno segna due volte l'ora giusta.
Infatti tra una marea di storie scialbe e personaggi piatti ogni tanto faceva capolino qualche chicca degna di nota; una di queste a mio avviso era 2700.
2700 era un gioiellino: per prima cosa era un fantasy, ma un fantasy già per l'epoca molto moderno dove robottoni e cavalieri medievali convivevano in un modo post apocalittico in cui la società era regredita in un nuovo medioevo.
Quello che mi colpì all'epoca furono due cose: Prima la scrittura.
Manfredi Toraldo autore dei testi ed inventore della serie sapeva scrivere.
Aveva una padronanza del mezzo che può avere un veterano.
Sapeva reggere le novantasei pagine senza mai allungare il brodo con una naturalezza di chi fa questo mestiere da anni, solo che lui di anni all'epoca ne aveva diciassette.
Quando lo scopri l'ammirazione per il suo lavoro crebbe a dismisura.
La seconda cosa che rese 2700 una di quelle serie che ancora hanno spazio nella mia libreria era l'ambientazione.

In un ambiente ( quello fumettistico dei primi anni novanta) dove nemmeno su Dylan Dog ci si era presi la briga di farsi una mappa della casa del protagonista, con il risultato che la topografia di quest'ultima cambiasse da numero a numero, 2700 aveva un ambientazione solida e coerente fino al più piccolo dei particolari che rendeva la lettura straordinariamente immersiva.
Purtroppo nonostante tutte queste meravigliose premesse anche 2700 non superò i due anni di vita e a differenza di altri fumetti nati nello stesso periodo e divenuti cult come : ESP o Hammer , 2700 non ha mai goduto di una riedizione in volume come avrebbe a mio avviso meritato.






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Se per caso , in una fiera o in qualche fumetteria vi capita di trovarne qualche numero fatevi un favore compratelo.

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